QUARTA DI COPERTINA (a cura di Andrea Berardinelli)
Con Le Materie Prime della coscienza
l’Autore prolunga il discorso che da La
struttura concreta dell’infinito conduce a Del tragico Amore.
In questo saggio,
Pellegrino sviluppa ulteriormente quei tratti non ancora esplicitati nei suoi
precedenti scritti, frutto di una profonda riflessione scaturita dalla
necessità del superamento delle risultanze speculative di E. Severino. Si fanno
innanzi, così, nuove teorizzazioni sulla struttura degli eventi, cioè dei
finiti modi in cui l’Infinito si mostra in eterno.
Le Materie Prime della coscienza si presenta come
l’opera più audace e matura dell’Autore: si approfondiscono i temi fondamentali
dell’esistenza, gli enigmi ancestrali che circondano la vita nelle sue
manifestazioni di splendore nonché di dolore, per giungere a nuove analisi sul
senso della morte le quali oltrepassano le ingenue interpretazioni del
medesimo.
Si compie, inoltre,
un ulteriore e decisivo passo, confrontandosi con tutta l’indagine speculativa
dagli albori della civiltà ad oggi. Qui troviamo l’esposizione di una storia
della filosofia mondiale, in cui non ci si ferma all’analisi del dominante pensiero
occidentale. Muovendosi all’interno della sua teoresi, Pellegrino avvia un
processo di chiarificazione dei passi essenziali che il pensiero compie nel suo
divenire, e che hanno determinato e determinano ciò che noi oggi siamo per lo
più persuasi di essere.
Quest’opera
rappresenta, da ultimo, una tappa fondamentale per il futuro della filosofia:
la strada verso una nuova alba del pensiero
forte, non smentibile, si alimenta del lavoro di Pellegrino, e torna a
procedere verso lo spicco della luce più intensa della verità assoluta.
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